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Sagre d’autunno: alla ricerca dei profumi e dei sapori della natura.

    Regina d’autunno è la castagna, utilizzata da sempre nella realizzazione di farine alimentari o consumata così, cotta o cruda, ma anche base di ottime marmellate e di dolci raffinati. Non da meno sono i funghi ed i tartufi, pregiati e saporiti frutti del sottobosco, che, con il loro inconfondibile profumo, ammaliano e deliziano i nasi ed i palati. L’autunno, tradizionalmente, è anche tempo di vendemmia. Infinite sono le feste dedicate al dolce nettare, tra canti, balli e fiumi di vino che scorrono dai tini dei contadini. Immancabile, infine, l’appuntamento con un altro dei frutti più amati dagli Italiani: la mela.

    All’ombra delle splendide torri merlate del castello cinquecentesco di Mesola (Ferrara), fatto costruire da Alfonso II d’Este per amore della sua bella moglie Margherita,dal 30 ottobre al 1 novembre si svolgerà “Sapori d’autunno. Tartufi, funghi e delizie del sottobosco”. Uno scenario d’altri tempi, ricco di storia e dei mutevoli colori del bosco (Gran Bosco della Mesola) che circonda la dimora estense accoglierà uno degli eventi enogastronomici più importanti del territorio, interamente dedicato agli amanti del delizioso tartufo bianco di Mesola, dei funghi porcini e dei frutti del suo ricco sottobosco. Il cortile del castello si riempirà di sapori, odori ed atmosfere straordinarie per una manifestazione davvero unica nel suo genere. Il famoso Bianchetto è un’eccellenza gastronomica dal sapore intenso ed inconfondibile, che si potrà ricercare in quei giorni grazie alla guida di esperti tartufai. Molto interessante e ricca sono l’esposizione ed il mercato di tartufi, funghi, prodotti biologici, cibi tradizionali ed oggettistica artigianale esposta nelle antiche botteghe attorno al castello. Tantissime poi le escursioni e le iniziative per far conoscere al pubblico la magia di questo territorio: le romantiche visite al chiaro di luna al Gran Bosco della Mesola, le passeggiate in bicicletta alle Dune Fossili di Massenzatica – un apparato dunoso di età pre – etrusca, unico in Emilia Romagna – le escursioni in battello sul vicino Po’ di Goro e le visite guidate nelle stanze più belle e sconosciute del castello.

    La Festa dell’Uva di Merano (Bolzano), in programma dal 16 al 18 ottobre, è un appuntamento che trova le sue origini nel lontano 1886. La domenica diversi gruppi in costumi tradizionali, accompagnati da bande musicali, cavalli, carrozze, carri allegorici e fanfare sfilano per la città.
    Il corteo è preceduto da due carri, uno con la corona di mele ed uno con un gigantesco grappolo d’uva che rappresentano, rispettivamente, la fine della raccolta delle mele e della vendemmia. Si può passeggiare lungo le rive del fiume Passirio, dove sono organizzati numerosi concerti e si susseguono stand gastronomici e luoghi d’incontro legati al folclore locale. Il sabato mattina da non perdere è il “mercato contadino”, decine di bancarelle ricche di prodotti tipici coltivati biologicamente.

    Un appuntamento all’insegna del buon vivere e del divertimento è la Festa delle Castagne a Montenars (Udine) il 3 – 4 e il 10 – 11 ottobre. Spettacoli folkloristici, balli e serate dedicate ai giovani e gare di parapendio con lanci dal Monte Cuarnan, ma anche un ricco mercatino dell’artigianato, hobbistica e giochi. Si potranno degustare frico, caldarroste, torte di castagne e altri prodotti del territorio.

    La Sagra della Castagna di S. Cipriano Picentino (Salerno) festeggia i trentotto anni:alla fine di ottobre (23-24-25-26 Ottobre 2014) si potrà conoscere e degustare un frutto molto ricercato per le sue proprietà nutrizionali (come la carne), assimilabile come lo zucchero, ed estremamente genuino, perché non vi si può somministrare alcun tipo di medicinale senza compromettere il frutto stesso. L’evento riscuote sempre un notevole successo, sia per la bontà di questi frutti, cotti a caldarrosta in ogni angolo della strada principale del paese ed offerte ai partecipanti o utilizzati nella preparazione dei dolci tipici locali, sia per la tranquillità del luogo, sia per l’affabilità dei paesani e la capacità organizzativa dell’Ente Universitas Sancti Cipriani. Una curiosità: ogni anno, all’interno della manifestazione, si svolge una singolar tenzone: il Palio del Ciuccio, a cui partecipa tutto il paese, diviso in nove contrade, ognuna delle quali gareggia con il proprio asino.

    Anche i monti Alburni, (sempre in provincia di Salerno), dedicano alla castagna la sagra autunnale che si terrà il 16-17-18 ottobre. Una ottima occasione per visitare anche le famose grotte di Pertosa e Castelcivita.

    A Sanzeno (Bolzano) l’10 e 11 ottobre, con “Pomaria” si potrà fare un viaggio tra arte, storia e gastronomia alla scoperta di due delle più belle valli del Trentino Alto Adige: la Val di Sole e la Val di Non. Fiabe per i più piccoli, stand gastronomici, balli e musica popolare renderanno l’atmosfera ancora più magica e fatata.

    Da non perdere è l’autunno in Barbagia, un percorso fuori dal tempo, alla scoperta dei saperi e dei sapori più veri. Ventisette paesi dell’interno da scoprire (Sarule, Tonara, Meana Sardo, Gavoi, Gadoni, Olzai, Atzara, Orotelli, Austis, Orani, Tiana, Ovodda, Osidda, Orune, Dorgali, Teti, Fonni, Lollove, Aritzo, Belvì, Sorgono, Orgosolo, Ollolai, Oliena, Mamoiada, Bitti, Desulo) per ventisette emozioni da vivere: autentici scrigni incastonati nel Cuore della Sardegna detentori della più profonda immaterialità dell’Isola. È un viaggio dedicato a chi ha voglia di camminare lungo il sentiero della tradizione, a chi ha il piacere di guardare negli occhi il popolo più longevo del mondo, a chi ama assaporare la cucina più tipica, a chi intende riappropriarsi della pace, dei ritmi e dei profumi della natura, con i colori struggenti dell’autunno. Il mondo agropastorale sardo, impermeabile alle influenze esterne, ospitale e generoso, continua ad esistere in quest’area rispettando e custodendo secolari tradizioni ed usi. Qui tutto è particolare, dalla musica col suo canto a tenore cosi da millenni, esente da condizionamenti esterni (inserito dall’Unesco tra i “Patrimoni orali e immateriali dell’umanità”) sino al modo di parlare (sa limba sarda) fino ad arrivare al mondo produttivo caratterizzato da una forte preminenza della realtà agropastorale.

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